Trattamenti antilegionella
Impianto di purificazione delle acque.
La Legionella penetra nell’ospite attraverso le mucose delle prime vie respiratorie, in seguito ad inalazione di aerosol contaminati o più raramente di particelle di polvere da essi derivate per essiccamento o aspirazione di acqua contaminata. Spesso si tratta di acqua nebulizzata: il processo di nebulizzazione dell’acqua avviene ogni qualvolta che l’acqua entra in contatto con una superficie solida.
Non è nota la dose infettante per l’uomo. Neppure si conoscono le ragioni della diversa virulenza nelle differenti specie e sierogruppi di Legionella che tuttavia potrebbero essere attribuite alla idrofobicità di superficie, alla stabilità nell’aerosol e alla capacità di crescere all’interno delle amebe. Le goccioline si possono formare sia spruzzando l’acqua che facendo gorgogliare aria in essa, o per impatto su superfici solide.
La pericolosità di queste particelle d’acqua è inversamente proporzionale alla loro dimensione. Gocce di diametro inferiore a 5 μm arrivano più facilmente alle basse vie respiratorie. Sono stati inoltre segnalati in letteratura casi di legionellosi acquisita attraverso ferita (Brabender et al., 1983; Lowry et al., 1991; Lowry and Tompkins, 1993).
La sua diffusione è legata alla mancanza di un idoneo trattamento dell’acqua, che comporta la presenza di incrostazioni, corrosioni e biofilm. Il biofilm è essenziale per la colonizzazione da parte delle legionelle, che trovano in esso i protozoi entro cui moltiplicarsi e svolgere il ciclo vitale, oltre a costituire un riparo da stress e biocidi. Esso è costituito da una pellicola di microrganismi (batteri, protozoi, virus, miceti) che aderiscono a irregolarità delle pareti interne delle condutture, formando delle stratificazioni che hanno l’effetto di corrodere le pareti stesse, facilitando depositi ed incrostazioni che sporgono e tendono a occludere le tubazioni.
Quadro clinico
L’infezione da legionella può dare luogo a due distinti quadri clinici:
la febbre di Pontiac che si presenta come una malattia acuta autolimitante che non interessa il polmone: dopo un periodo di incubazione di 24-48 ore compaiono febbre, malessere generale, mialgia, cefalea ed a volte tosse e gola arrossata, che si risolve in 2-5 giorni.
la malattia dei legionari (legionellosi) è una polmonite che si manifesta dopo un’incubazione di 2-10 giorni (in media 5-6 giorni), si manifesta come una polmonite infettiva, con o senza manifestazioni extrapolmonari.
Si tratta di un batterio patogeno opportunista, ciò significa che la sua sintomatologia è legata alla robustezza del sistema immunitario dell’individuo.
Fattori di rischio
I principali fattori di rischio che favoriscono l’acquisizione della legionellosi sono:
- età avanzata
- patologie cronico-degenerative
- immunodeficienza
- fumo
- sesso maschile
- alcolismo
L’analisi in base alla distribuzione per età dimostra che oltre il 60% dei casi ha superato i 50 anni e che l’età media dei pazienti è di 55 anni, con un range compreso tra 20 giorni e 94 anni. Il 73% dei casi di legionellosi è di sesso maschile e quindi il rapporto maschi/femmine è 2,9 : 1 (Fonte: I.S.S.).
Il rischio di acquisizione della malattia è principalmente correlato alla suscettibilità individuale del soggetto esposto e al grado d’intensità dell’esposizione, rappresentato dalla quantità di Legionella presente e dal tempo di esposizione. In Italia è stato registrato mediamente qualche centinaio di casi di legionellosi ogni anno ma si ritiene che tale numero sia in realtà sottostimato, anche perché a volte la malattia non viene diagnosticata. La malattia è letale nel 5-15% dei casi.
Impianti critici
Le installazioni che producono acqua nebulizzata, come gli impianti di condizionamento, le reti di ricircolo acqua calda negli impianti idrico-sanitari, costituiscono dei siti favorevoli per la diffusione del batterio. Considerato che l’intervallo di proliferazione del batterio va dai 15 °C a 50 °C (fino a 22 °C il batterio esiste ma è inattivo), esistono delle zone critiche negli impianti idrosanitari: all’interno delle tubazioni, specialmente se obsolete e con depositi all’interno, o anche in tratti chiusi, nei serbatoi di accumulo, nei bollitori, nei soffioni della doccia e nei terminali di distribuzione; anche i sistemi idrici di emergenza, come le docce di decontaminazione, le stazioni di lavaggio per gli occhi e i sistemi sprinkler antincendio possono essere luogo di proliferazione. La legionella è stata rilevata anche in vasche e piscine per idromassaggio. Questi impianti usano acqua calda (in genere tra 32 e 40 °C) e iniettano getti di acqua o aria a grande velocità: i batteri possono essere rilasciati nell’aria dalle bolle che risalgono o con un fine aerosol.
Alcuni casi di legionellosi sono stati associati alla presenza di fontane decorative in cui acqua viene spruzzata in aria o fatta ricadere su una base. Le fontane che funzionano a intermittenza presentano un rischio più elevato di contaminazione. Gli altri impianti dove il rischio legionella è elevato sono le torri di raffreddamento a circuito aperto e a circuito chiuso, laddove nelle vicinanze ci sia la presenza di canalizzazioni di ripresa o aspirazione d’aria. Da considerare anche gli impianti di condizionamento dell’aria, come gli umidificatori/raffrescatori a pacco bagnato, i nebulizzatori, i sistemi a spruzzamento, il raffreddamento adiabatico. Un’ulteriore fonte di rischio sono gli accumulatori, normalmente presenti negli impianti solari per la produzione di ACS (acqua calda sanitaria), la cui temperatura normale di esercizio si aggira attorno ai 50 °C. La nebulizzazione avviene nei miscelatori di erogazione presenti all’interno della casa, ad esempio quelli della doccia o del bagno. In alternativa è possibile utilizzare una Fresh Water Unit che non consente un contatto diretto tra acqua accumulata e quella utilizzata. Nel febbraio 2012, The Lancet ha riportato il caso di un’anziana deceduta nell’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì, la quale aveva contratto la legionellosi attraverso l’apparecchio di nebulizzazione di un dentista.
In Italia, nel 2022 sono stati notificati all’ISS complessivamente 3111 casi di legionellosi, con un incremento del 14% rispetto all’anno precedente; il numero di casi segnalati è quindi tornato, dopo due anni, ai valori pre-pandemici.
La tua struttura è sicura?
In caso di contagio Legionella la tua attività rischia pesanti sanzioni e soprattutto la chiusura immediata della struttura
Quello che serve per proteggere te e la tua azienda:
- DVR legionella e analisi accreditate
- Protocollo su misura per la tua struttura
- Interventi shock di bonifica legionella
- Certificati di avvenuto controllo
- Attestazione adempimenti linee guida
SISTEMI DI DOSAGGIO PER LA PREVENZIONE CONTRO LA LEGIONELLA
Grazie all’eperienza maturata nel tempo, alla tecnologia e ai sistemi di dosaggio mettiamo la tua struttura al sicuro.
Chiedi informazioni per una consulenza e un sopraluogo gratuito.